Rede Unida, 10º Congresso Internacional da Rede Unida


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Azione comunitaria contro le disuguaglianze
Barbara Calderone, Mauro Palazzi, Chiara Reali, Patrizia Vitali

Resumo


Le disuguaglianze di salute e le iniquità di accesso ai servizi socio-sanitari sono una questione di importanza crescente nella realtà di oggi, non solo perché incidono negativamente sui diritti individuali e sulla stato di salute dell’intera popolazione, ma anche sui costi dell’assistenza. Per affrontare efficacemente questa questione, nell’Ausl di Cesena (l'Autorità Sanitaria che si occupa della gestione dei servizi socio-sanitari nel territorio del comune di Cesena) è stato istituito un “Programma aziendale1 per il contrasto delle disuguaglianze di salute“ che coinvolge i rappresentanti dei principali servizi sanitari dell’Ausl e dei servizi sociali dei Comuni del territorio. Obiettivi del Programma sono: analizzare e studiare il fenomeno delle disuguaglianze e delle iniquità in salute; fare advocacy; promuovere interventi di riorganizzazione dei servizi e interventi rivolti alla comunità per il contrasto delle disuguaglianze e iniquità. Nel 2010 il Programma ha deciso di sperimentare il percorso di Health Equity Audit (HEA). L’HEA è un processo (scandito in 6 fasi) attraverso il quale tutti gli attori (politici, amministratori, professionisti, utenti e cittadini) valutano sistematicamente le disuguaglianze nelle cause di malattia, nell’accesso ai servizi e nell’esito degli interventi per una determinata popolazione; garantiscono che l’azione di contrasto sia condivisa e incorporata nella programmazione locale, nei servizi e nella pratica; valutano l’impatto delle azioni nel ridurre le iniquità. Coerentemente con le fasi proposte dal processo, si è quindi proceduto nei primi incontri a concordare le priorità (fase1) e si è deciso di intervenire sulla salute delle donne e dei bambini. Questo perché è ormai riconosciuto a livello internazionale che la salute nei primi mesi/anni di vita ha un impatto sulla salute adulti lungo tutto l’arco della vita, tanto che la Commissione sui Determinati Sociali di Salute dell’OMS la ritiene una dei determinanti principali su cui intervenire. Si è poi passati ad analizzare il fenomeno della salute materno-infantile attraverso le stesura di un Profilo di Equità (fase 2). I dati hanno evidenziato alcune criticità nell’accesso ai servizi e nell’assistenza sanitaria, in particolare per le donne e i bambini stranieri, per le donne con basso titolo di studio e che non lavorano, e varie lacune nei sistemi informativi sanitari e sociali. Sulla base dei dati messi in evidenza dagli indicatori del Profilo di Equità, sono state selezionate le disuguaglianze di salute e di accesso ai servizi su cui agire e concordate le azioni locali di contrasto alle criticità rilevate (fase 3 e 4). Si è quindi intervenuti con le seguenti azioni mirate (fase 5): sono stati organizzati due seminari formativi di approfondimento rivolti agli operatori socio-sanitari, ai mediatori linguistico-culturali e ai rappresentanti delle associazioni di volontariato che operano su questi temi e problemi nel territorio di Cesena. Sono stati organizzati incontri con donne straniere in condizioni di svantaggio sociale per approfondire l’analisi dei bisogno e raccogliere direttamente le loro esigenze con strumenti qualitativi (focus group). Sulla base di queste azioni di formazione e approfondimento qualitativo sono emerse alcune indicazioni per contrastare la scarsa health litteracy. In particolare si è proceduto alla semplificazione dei materiali informativi e della lettere di convocazione su programmi screening e prevenzione dei tumori, vaccinazioni pediatriche e accesso ai consultori familiari; con la presenza e il supporto dei mediatori linguistico-culturali, sono stati organizzati incontri presso i centri di aggregazione e ritrovo delle donne e delle comunità straniere sull’importanza della prevenzione e sulla modalità di accesso ai servizi. Per promuovere l’accesso agli screening per i tumori femminili, è stata inoltre sperimentata con successo la “chiamata attiva” delle donne stranieri “non rispondenti” da parte di un mediatore linguistico; azione che ha aumentato l’adesione dal 32% al 49% in due anni. Per favorire l’empowerment individuale e di comunità è stato programmato un corso di formazione rivolto a circa 15 donne, scelte all’interno delle comunità straniere presenti nel territorio dell’Ausl di Cesena, 5 delle quali a fine corso riceveranno una borsa di studio per svolgere l’attività di Educatore alla Salute nella Comunità (ESC). Gli ESC saranno figure ”ponte” tra il SSR e i cittadini, che dovranno raccogliere bisogni di salute, favorire la comunicazione tra servizi e comunità locale, supportare la riorganizzazione delle attività volte a facilitare l’accesso ai servizi per gruppi di popolazione svantaggiata. Tutte le azioni elencate e i loro risultati verranno valutati dopo circa 1 anno dalla attivazione (fase 6) Per affrontare efficacemente le disuguaglianze di salute e promuovere l’equità, riteniamo fondamentale coinvolgere attivamente le risorse presenti nella comunità e utilizzare strumenti che permettano una lettura multidimensionale dei problemi e attivare processi che promuovano il coinvolgimento attivo dei destinatari dei servizi. Bibliografia: Hamer L, Jacobson B, Flowers J, Johnstone F. Health equity Audit Made Simple: a briefing for Primary Care Trust and Local Strategic Partnerships. Working document. APHO-HDA,2003. Commission on the Social Determinants of Health. Closing the gap in a generation: Health equity through action on the social determinants of health. WHO 2008. M. Palazzi e Altri Autori Profilo di equità in epoca prenatale e pediatrica – Ausl di Cesena Marzo 2011(www.ausl-cesena.emr.it) 1Dal 1992 le Autorità Locali di Salute Italiane hanno l'obbligo del pareggio di bilancio, per questo motivo vengono definite Aziende ma rimangono un ente pubblico la cui gestione è responsabilità delle Regioni.